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La Madonna Bambina

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Non lontano dal Duomo di Milano (dedicato a 'Maria Nascente' e consacrato da San Carlo Borromeo nel 1572), nella casa generale delle Suore di Carità, si apre un santuario dove, in una culla di bronzo, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina. Molto probabilmente in origine l'immagine era stata modellata in cera da suor Elisabetta Chiara Fornari, francescana di Todi, negli anni 1720-1730.
Tale immagine venne lasciata in eredità da Mons. Alberto Simonetta nel 1739 alle suore Capuccine di Santa Maria degli Angeli in Milano che ne divulgarono la devozione.

Verso il 1842 l'immagine della Vergine viene affidata dal parroco don Luigi Bosisio alle suore di carità di Lovere che operano nell'ospedale Ciceri di Milano. Al Ciceri, suore ed ammalati si rivolgono con fede a Maria Bambina per ottenere protezione e forza.

Nel 1876 il simulacro viene trasportato nella casa generalizia delle suore in via Santa Sofia. Ed è qui, nell'infermeria, che si compie il grande miracolo della guarigione della postulante Giulia Macario; da molti giorni gravissima, all'improvviso, al vedere l'immagine, si alza dal letto completamente guarita e cammina.
Da allora, il 9 Settembre si festeggia il giorno del miracolo.

Numerosi sono i miracoli che si compiono di fronte all'immagine sacra.
Nel 1953 viene consacrato l'attuale Santuario dal Card. Schuster arcivescovo di Milano dove trova degna collocazione l'immagine miracolosa.
Questa caratteristica immagine della Madonna Bambina in fasce nella culla, si trova anche nel Santuario di Vicoforte di Mondovì.

L'immagine di Maria Bambina che ora noi ammiriamo fu, molto probabilmente, collocata nella nostra magnifica chiesa nel 1824, anno in cui il tempio fu terminato e divenne funzionante.
In seguito, non si sa quando e per quali motivi, venne rimossa dalla chiesa e dimenticata in un ripostiglio in Canonica.

Nel 1996, alcuni collaboratori parrocchiali la ritrovano in condizioni pessime, e si decise di affidare il restauro della pregevole arca al laboratorio MANU FACTURA di Asti.

Verso la fine del mese di Luglio 1997 i restauratori Gionatàn Furnari e Roberto Palumbo, sotto la direzione artistica dell'Architetto Fabrizio Martinengo, completarono l'opera in modo superbo.

La preziosa arca è di autore ignoto e risale agli inizi del XIX secolo.