Amarcord
Premessa
Dicono che un paese senza storia e senza tradizioni sia poca cosa, e probabilmente non esiste.
A Belveglio ci sono stati momenti storici in cui si sono realizzate manifestazioni e organizzati avvenimenti ripetuti per molti anni, e che nel tempo hanno cessato di creare interesse o perchè sono passati di moda o per obiettive difficoltà oggettive a continuarne l'organizzazione.
Ci piace però mantenerne vivo il ricordo perchè fanno parte della nostra storia e delle nostre tradizioni, e perchè hanno costituito momenti di grande piacere.
Nel sommario sono elencati alcuni di questi avvenimenti.
Testimonials
Inizia su suggerimento della cara amica Piera Bianco, la pubblicazione di storie, aneddoti, "cose belvegliesi" che negli anni passati hanno caratterizzato la vita della nostra comunità.
Chi avesse qualcosa da dire, che possa suscitare interesse negli altri, anche con fotografie, e relativo alla vita della comunità belvegliese, è pregato di mettersi in contatto via e-mail con il Web Master del Comune di Belveglio che provvederà a registrarlo su queste pagine.
Naturalmente saranno prese in considerazione solo le informazioni accompagnate dalle generalità in chiaro del mittente .
Divieto di giocare alle bocce nel 1911
Ordinanza di proibizione del gioco delle bocce nel concentrico di Belveglio
Visto l'Art. 13 del Regolamento di Polizia Urbana
approvato dal Ministero dell'Interno il 3 Maggio 1876
RENDE NOTO
al pubblico che è severamente proibito il gioco delle bocce
nelle vie pubbliche del Comune.
E' dato incarico agli agenti comunali dell'esecuzione della succitata disposizione
dell'Art. 13 del regolamento di Polizia Urbana.
Belveglio, lì 16-4-1911
IL SINDACO
Nessuna preoccupazione!
E' solo una curiosità datata 1911, emersa durante il riordino dell'Archivio Storico Comunale.
A inizio secolo, nel nostro Comune, il Sindaco ha dovuto vietare il gioco delle bocce che i suoi concittadini praticavano per le vie del paese, negli unici spazi disponibili: le strade comunali sterrate e polverose, con conseguenti innegabili problemi di sicurezza (incolumità dei viandanti) e viabilità.
A lato la motivazione del divieto.
...e pensare che a quei tempi le bocce erano solo di legno...
Festa dell'uva nel 1950
Anno: 1950.
Poesia recitata/cantata in occasione della Festa dell'Uva a Mombercelli.
Presente il Prefetto di Asti.

Carro vincente: Comune di Belveglio.
Compositore: Aldo Bianco
Cantata da: Wilma e Gigi Bianco
Aria della canzone: Vola Colomba (famoso successo di Nilla Pizzi).
La testimonial è la signora Maria Gagliardi Bianco, mamma di Wilma.
Il testo è in dialetto belvegliese, notevolmente difficile da scrivere.
L'iua ed Bervei a l'è na cosa rôra A l'è ina gran specialitô l'è tüta iua ed culeinna bianca, rusa e feina Bon-na an buca e forta an t'la teina.
Pista e tira il vên da suta a l'è tut vên da butalêin da butalêin qu rangia u stomi, qu dis Bervei, re del vên nei.
U iè na fiietta con ina cavôgna cavôgna peina ed muscatè, l'è tuta ina puesia et frôschi ed vi a l'è vistìa; la nostra reginêtta la beiv pa d'la quêtta!
Gabela al'è regeina ed l'iua u iè peu il Bric che a là i son ric ed cullà q'il fa quindes, cu dis Bervei re dil vên nei.
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L'uva di Belveglio è una cosa rara è una grande specialità è tutta uva di collina bianca, rossa e fine buona in bocca e robusta nel tino.
Pigia (l'uva) e tira il vino da sotto (il tino) è tutto vino da botti piccole da botti piccole che fa bene allo stomaco, che definisce Belveglio, re del vino nero.
C'è una ragazza con una cesta cesta piena di moscato, è tutta una poesia, di frasche di vite è vestita; la nostra reginetta non beve vinello.
La Gabella (una frazione) è la regina dell'uva, c'è poi il Bricco (altra frazione) dove là abbonda il vino che fa quindici (gradi), che definisce Belveglio re del vino nero.
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