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L'Ippocastano si è arreso - Il Gigante è stato abbattuto

Dopo una vita di 185 anni, 
oggi Giovedì 31 Dicembre 2009, in una uggiosa mattinata di fine anno, si è dovuto prendere la decisione drastica e molto triste di fare abbattere l'ippocastano sulla piazza della parrocchia Natività di Maria.
Tale decisione non era più procrastinabile per le peggiorate condizioni di salute di quel 'monumento' che era diventato l'ippocastano.
Messo a dimora nel 1824, al termine dei lavori di costruzione della parrocchia dedicata alla Natività di Maria, l'albero era via via cresciuto raggiungendo nel tempo le attuali notevoli dimensioni, suscitando ammirazione in chi aveva l'opportunità di ammirarlo in tutta la sua maestosità.
Il tempo, però, crea danni a tutte le cose, alle persone, ed anche alle piante.

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Così come per le persone ci sono dei limiti fisiologici alle cure, in base alla gravità della malattia, anche le piante subiscono la stessa logica, con l'aggravante che un albero molto malato non solo diventa incurabile ma può diventare pericoloso per gli altri, in base alla legge di gravità: e qui subentra la responsabilità delle persone che hanno il compito di tutelare l'incolumità dei cittadini.

Già anni fa si era sfiorato l'incidente che poteva essere mortale, per la caduta 'naturale' di un grosso ramo.
Negli anni scorsi la Regione Piemonte era intervenuta (ndr soc. Ipla) a fare infiltrazioni atte a curare l'anzianità dell'albero, nonché a otturare le numerose cavità presenti sul tronco e nei rami, ma con scarsi risultati.
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Ultimamente un'attenta analisi della 'consistenza' dell'ippocastano, con l'intervento consulenziale di alcune ditte del settore, nonché della Regione Piemonte, ha portato ad un'unica indicazione: l'albero era in rapidissimo declino, ed era diventato estremamente pericoloso per l'incolumità di cose e persone.
E' stato molto difficile e impegnativo decidere di far abbattere l'ippocastano; ma si ha il dovere di prendere decisioni come questa prima che succeda l'irreparabile: troppe calamità si verificano per buonismo, opportunità, incuria o assenza di prevenzione: e dopo si piange. 
Le immagini scattate successivamente (solo alcune sono esposte qui a lato) confermano l'opportunità e la tempestività dell'intervento.
La decisione presa può anche essere impopolare, ma è stata necessaria e soprattutto doverosa.
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